1924, Reggio Emilia, Italia: è qui che la ditta “Helvetia” avvia la produzione del mitico “album cioccolato sport”, il primo album edito in Italia con lo scopo di completare una raccolta tramite l’acquisto di cioccolatini che contenevano le figurine da attaccare su appositi riquadri all’interno dell’album. La collezione raffigura i più noti personaggi dello sport di fine ‘800 e inizio ’900. L’album esce completamente dai canoni a cui siamo abituati: era chiuso a libretto e si apriva quasi come fosse una mappa del tesoro. Se poi il collezionista completava la raccolta poteva spedire l’album alla ditta Helvetia e in cambio riceveva 25 lire come premio e la restituzione dell’album con le figurine “annullate”.
Sulla falsariga di quello che fece l’Helvetia, nacquero una miriade di aziende cioccolatiere che per invogliare i bambini (e non solo) a comprare il loro cioccolato, introdussero all’interno degli involucri delle figurine per cercare il loro campione preferito. La produzione era concentrata nel nord Italia, principalmente Piemonte e Lombardia: Cioccolata Raineri, Cioccolata Zaini o Cioccolata Lurati per citarne alcune. Tra il fiume Po ed il fiume Adda scorrevano fiumi di cioccolata. Dentro questa cioccolata c’erano i campioni più ambiti: Angelo Schiavio, Raimundo Orsi, Giuseppe Meazza, Adolfo Baloncieri, Tazio Nuvolari. Personaggi che ai più oggi risuonano quasi come estranei, ma che sono stati gli idoli dei nostri nonni al pari di quello che sono gli attuali sportivi per noi.
Da lì in avanti ci sarà un’evoluzione nel mondo del collezionismo di album e figurine, inizieranno a nascere case editrici che si dedicheranno soltanto alla produzione di raccolte da collezione composte da album che si potevano completare acquistando bustine che contenevano le figurine per completarlo. Sarà l’inizio di un’avventura fatta di acqua e farina per attaccare le figurine, scambi al parco, giochi tipo muretto e ricerca della figurina mancante per completare l’album
Milano con la Baggioli, l’Imperia e la Lampo, Torino con la Edis e la Sidam, Firenze con la San Giorgio, Piacenza con la Mira, Verona con la V.A.V, Roma con la Master Vending e la Carlo Vidali. Solo per citarne alcune, le più grandi città italiane potevano vantare una o più case editrici dedite alla produzione di album da collezione. Album che, in alcuni casi, al giorno d’oggi risultano introvabili per via della limitata produzione.
Collezioni Panini
E poi c’era lei, Modena, con la casa editrice Panini, all’unanimità la più apprezzata dai collezionisti di tutto il mondo. Nel 1961 viene edito il primo album della Panini, il “Calciatori Panini 1961” con Nils Liedholm in copertina. Il successo è enorme, così grande che spinge l’azienda, dopo pochi mesi dall’uscita della collezione, a dover stampare una seconda versione dell’album. Versioni che in tutto, con il passare degli anni, risulteranno quattro, inclusa quella del decennale del 1971 con figurine lucide anziché opache. Da qui in avanti sarà un monopolio, Panini amplierà la sua produzione e nel 1965 esce “Aerei e missili”, primo album dell’azienda modenese non dedicato al calcio. Sarà poi la volta dei “Cantanti”, dei “Campioni dello Sport”, “Uomini Illustri” ed altri sport vari.
Nel 1967 ci sarà l’introduzione della “Cellina”, triangolino adesivo che serviva a sostituire la coccoina o altre colle improvvisate che il collezionista utilizzava per attaccare le figurine al suo album. La vera rivoluzione per l’epoca arriva nel 1971, quando la casa editrice Edis rende le figurine totalmente autoadesive, rivoluzione che toccherà anche alla Panini con la raccolta “Calciatori Panini 1972-73”.
Facendo un piccolo passo indietro, tra l’introduzione della cellina e la trasformazione delle figurine da cartoncino ad autoadesive, la Panini mette in produzione l’album che ad oggi è il più iconico, adorato ed inseguito dai collezionisti di tutto il mondo: Mexico 70.
Panini per Mexico 70 fa le cose in grande, avvia una produzione su larga scala e la distribuzione, per la prima volta, è europea oltre che nazionale. L’album risulta essere più compatto, con misure totalmente differenti rispetto a quelle che Panini aveva abituato i collezionisti negli anni 70. All’interno dell’album c’è un’ampia sezione iniziale che raffigura i più grandi calciatori dal 1930 al 1966 e un tributo a tutte le nazionali vincitrici dei Mondiali antecedenti.
Inizialmente l’album, nonostante una pubblicità su larga scala, non ebbe il successo sperato dall’azienda modenese, ma nel corso del tempo l’album diverrà iconico per svariati motivi, tra cui: fu l’unico album con figurine prodotte in cartoncino per un mondiale (da Munchen 74 saranno autoadesive), fu il primo album dedicato ad un Mondiale dalla Panini, fu la prima apparizione di Pelè in maglia Brasile prodotta dalla Panini. Proprio per quest’ultimo motivo, con l’esplosione delle tematiche da collezione (ci arriveremo più avanti), figurine come quelle di Beckenbauer, Eusebio o Garrincha hanno portato i valori di questo album a livelli mai raggiunti.
Collezionare al giorno d’oggi
Dal 1924, anno di nascita del primo album da collezione edito dalla ditta “Helvetia”, ne sono successe di cose: sono cambiati i modi di rapportarsi con le persone, le nostre abitudini alimentari, i modi di sfruttare il nostro tempo libero e, va da sé, è cambiato anche il modo di collezionare.
Nel 2020, con l’inizio della pandemia, c’è stata un’evoluzione del collezionismo che ha portato le persone a collezionare le Rookie oppure a dedicarsi alle “tematiche”, che consistono nel collezionare solo figurine o cards di un determinato giocatore/i o squadre. Questa usanza ha spinto ad aumentare la richiesta su figurine specifiche, di conseguenza sono aumentati i valori delle figurine singole e diminuiti i valori degli album completi.
Questa evoluzione non ha soltanto messo in disparte i tanto amati album, ma ha favorito la crescita delle cards a discapito delle figurine. Quindi stiamo vivendo esattamente ciò che è accaduto tra il anni ‘20 e gli anni ‘60: siamo nell’epoca del cambiamento, cambiano le abitudini, cambiano i modi di collezionare e le cose da collezionare.
Questa sezione sarà breve perché le abitudini sono appena cambiate, le stiamo vivendo proprio oggi e negli anni a venire si scriveranno nuove pagine di collezionismo. Magari non si parlerà più di album ma si parlerà di fogli a nove tasche, non si parlerà più di coccoina ma si parlerà di sleeves, non si ritroveranno più figurine in mansarda ma cards all’interno di top loader perfettamente protette, ma se è vero che il cambiamento porta sempre aria fresca è bene guardare indietro con stima e rispetto.
Si può apprezzare una card firmata numerata su /10 così come si può apprezzare un vecchio album degli anni 50, nessuno dei due è meglio dell’altro, sono semplicemente diversi e tutti e due raccontano una storia. Il mio augurio, da amatore, è che si troverà un modo per far convivere diverse epoche e che niente venga gettato nel dimenticatoio. Perché se oggi possiamo divertirci a cercare una carta firmata o a partecipare ad un break è perché nel 1924, a Reggio Emilia, qualcuno decise di far iniziare una storia.